Ritrovo del coro a Seriate

Ritrovo del coro a Seriate

Seriate – 5 Novembre 2022 – ore 10

Il brano è lo stesso; lo spartito è sempre quello.
Ma come può cambiare, come può essere diverso il modo di cantarlo.
Anche il coro è lo stesso; le persone sono quelle e lo scorrere degli anni non ha facilitato la freschezza del suono, anche se ci si può arrangiare con qualche accorgimento che da giovani non si conosceva o di cui si poteva fare comodamente a meno.
Ma come può essere, allora, che dopo qualche ora di prova il canto di quelle stesse note emesse a loro volta dalle solite persone, trasmetta qualcosa di più bello, di più intenso e il gusto di cantare insieme continui a crescere come la sorpresa di quello che risuona.
Il fatto è che essere guidati da Zoya Tukhmanova è un’esperienza affascinante; il suo gusto, il suo talento, la sua sensibilità e abilità artistica trascinano inevitabilmente anche il più grezzo dei cantori in un’esperienza del tutto particolare.
E così. accolti dai bravissimi volontari di Seriate, nella cappella della Trasfigurazione che tanti anni ci ha visti cantare la liturgia con padre Romano, e ora con don Francesco e don Paolo, siamo stati un po artefici e un pò testimoni a noi stessi di come si possa sempre crescere nell’espressività artistica, nel piacere del canto, anche del canto più semplice.
Certe cose non si può fare altro che impararle; e per impararle davvero ci vuole qualcuno di autorevole che le insegni, che ti inviti a verificare come un suo suggerimento, un suo consiglio, possano portare una nuova bellezza di ciò che si canta.
Resurrezione
Con Zoya abbiamo ripreso anche diversi esercizi per favorire una corretta respirazione e una più alta qualità nell’emissione del suono; il nostro coro ha un repertorio in prevalenza liturgico (come vedete in questo sito) e parlare di tecnica può sembrare arido, come se andasse a discapito del sentimento religioso.Ma la tecnica non va concepita come fine a sè stessa, men che meno nel canto liturgico; è invece, uno strumento, un aiuto per cantare con grazia, con la sensibilità che si addice alla preghiera, alla prossimità col coro degli angeli.
Un pò paradossalmente, possiamo dire che nei due giorni con Zoya abbiamo imparato tante cose che fanno parte di quello che siamo. Di questo siamo veramente grati.

 

Dopo il pranzo di domenica e una breve festa siamo andati a visitare p.Romano al cimitero di Seriate; l’aera era fresca, la giornata luminosa. E noi commossi e grati nella certezza che lui dal cielo ci accompagna.

 

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Presentazione della Madre di Dio al Tempio

Presentazione della Madre di Dio al Tempio

21 Novembre – Presentazione
della Madre di Dio al Tempio

Il  21 Novembre di ogni anno la Chiesa orientale fa memoria della Presentazione della Santissima Madre di Dio al Tempio.
Nata da una tradizione antichissima, la festa è diventata nel mondo bizantino una delle grandi solennità mariane, insieme con la Natività e la Dormizione. “L’ingresso (in greco ‘isodos‘, in slavo ‘vveelenie‘ ) al Tempio della Santissima Madre di Dio” è riferito nell’apocrifo Protoevangelo di Giacomo con i seguenti particolari: all’età di tre anni la bambina predestinata fu condotta dai genitori al Tempio, preceduta da fanciulle che recano fiaccole; il sacerdote Zaccaria, futuro padre del Battista, l’accoglie benevolmente, ed essa danza festosa davanti all’altare. Poi nei recessi inviolabili del Santuario la bimba cresce, nutrita da un angelo. Ecco in qual modo due strofe dell’ufficiatura riferiscono poeticamente questi particolari
“Si rallegra il cielo e con esso la terra, vedendo il Cielo spirituale, la Vergine sola immacolata,
avanzarsi verso la casa di Dio per esservi allevata con venerazione.
Zaccaria si rivolge a lei esclamando pieno di meraviglia:
‘Porta del Signore ,io apro davanti a te le porte del Tempio;
in esso tu danza con gioia, perché io so e credo
che la redenzione di Israele è  già prossima
e che da te nascerà il verbo di Dio, che dona al mondo la sua grande misericordia’” .
“Nell’interno del Tempio di Dio viene offerta Ia Vergine tutta santa,
iI Tempio che contiene Ia Divinità;
alcune fanciulle la precedono portando fiaccole.
I degni coniugi, Gioacchino ed Anna, suoi genitori, trasaliscono di gioia,
per aver generato colei che deve concepire il Creatore.
Ed essa, tutta immacolata,entrando con passo esultanza nei tabernacoli divini
e nutrita dalla mano di un angelo, appare come Ia madre dei Cristo,
che dona al mondo Ia sua grande misericordia“
(Aposticha della festa)

Resurrezione

Questa tradizione era già diffusa in Oriente, quando Giustiniano fece costruire a Gerusalemme fa Chiesa di S. Maria Nuova, in prossimità dell’area de! Tempio, presumibilmente per ricordare l’avvenimento stesso.

L’ufficiatura bizantina (sec . VIII-IX ) mette in evidenza di questo fatto diversi aspetti: degni di meditazione, sottolineati dagli inni dell’ufficio liturgico:

  • Anzitutto, si tratta di una nuova tappa della storia e della salvezza.
  • In secondo luogo, vi è una evidente tipologia del Tempio, già tradizionale nei Padri: il Tempio e simbolo di Maria stessa, nella quale realmente venne ad abitare il Verbo Incarnato.
  • In terzo luogo, si vede in questo ingresso l’atto di offerta al Signore di Maria per divenire la dimora del Dio incarnato.

(per una lettura completa: Enrico Galbiati – La Presentazione al Tempio nella liturgia bizantina  «Russia Cristiana», 2/1961;
consultabile, previo abbonamento a “la Nuova Europa”, cliccando qui)

Traduzione del brano

In questo giorno la Vergine tutta Immacolata vien presentata al Tempio, perché in Lei possa abitare il Re di tutti, Dio, Colui che alimenta l’intera nostra esistenza. A Lei inneggiamo come fece l’angelo: “Rallegrati, benedetta tra tutte le donne!”.

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Esaltazione e venerazione della Santisssima Croce

Esaltazione e venerazione della Santisssima Croce

14 Settembre – Esaltazione della Santa Croce

Meditazioni e preghiere

La Croce esaltata invita la creazione intera a celebrare la passione purissima di Colui che su di essa fu innalzato.
Sulla Croce infatti, avendo messo a morte colui che ci aveva dato la morte (il diavolo) EgIi accordo vita ai morti, Ii riabilitò e nella moltitudine delle sue misericordie, li rese degni di vivere nei cieli, perchè è buono.
Perciò, nella gioia, esaltiamo il suo nome e magnifichiamo la sua somma condiscendenza »,
(dai Vespri della festa)

« Salve, Croce vivifica, Trofeo invincibile della pieta, porta del paradiso, fondamento dei fedeli , bastione della chiesa! Da Te la corruzione fu abolita ed annientata, il potere della morte calpestato e noi siano stati esaltati dalla terra al cielo; anna invincibile, avversario dei demoni, gloria dei martiri, autentico ornamento dei giusti, porto di salvezza che offre al mondo copiosa misericordia » ,

« Salve, o Croce del Signore, che hai sciolto l’umanità dalla maledizione, emblema di gioia, che nella sua esaltazione mette in fuga i nemici, o Veneran- da! Nostro soccorso, potenza dei re, forza dei giusti, dignità dei sacerdoti, Tu che ci salvi nelle calamità ; Verga della forza che ci pasce, arma di pace che gli angeli circondano nel timore, divina gloria di Cristo , che accorda al mondo copiosa misericordia! » ,

« Salve, guida dei ciechi, medico degli infermi, risurrezione dei morti, Tu che sollevi noi, caduti nella corruzione, Croce veneranda !Per la quale e stata abolita la maledizione, è rifiorita l’incorruzione, noi figli della terra siamo stati divinizzati ed il diavolo e stato definitivamente rovesciato . Oggi, vedendoti sollevata in alto dalle rnani dei vescovi, esaltiamo Colui che su di Te fu esaltato e ti adoriamo attingendo copiosamente alla grande misericordia »
(Vespri de ll’Esaltazione, Stihovnia).

« Salve , degnissimo Volto de l nostro Salvatore, splendido di una bellezza che sorpassa quella di tutti i figli degli uomini, riflesso dell’immagine divina. Salve occhi tutti mericordiosi, più splendenti del sole, che con i vostri sguardi attirate tutti a voi e li intenerite, che per noi avete versato lacrime e siete stati soffusi di sangue ! »
(Dmitri Rostovskij , Lettera ai sacerdoti .)

« Contemplo il Costato dal quale hai lasciato sgorgare sangue ed acqua; acqua per purificare la terra contaminata.. sangue per santificare fa natura umana. Vedo le tue mani con le quali hai una volta plasmato la creazione intera, piantato il paradiso, creato l’uomo, benedetto i patriarchi, unto i re, consacrato gli apostoli. Vedo i tuoi piedi, che toccati dalla peccatrice le valsero la purificazione dei peccati; ai quali cadendo la vedova riprese vivo il suo figlio morto, can la sua anima; a questi piedi l’emoroissa, toccando l’estremità degli abiti, fu guarita dall’infermità. E anch’io, Signore, credo che tu se i Dio ! »
(S. Cirillo Turovskij , Opere).

« Tra i precetti evangelici e la croce, mira bile affinità! La pratica dei comandamenti attira sulle spalle di chi li pratica la croce; e la croce perfeziona, affina, la nostra attività secondo fa Legge di Cristo, ci spiega questa legge, procura un senso di libertà spirituale, nonostante la sofferenza; ci riernpie di un’indicibile dolcezza spirituale, nonostante l’amarezza delle circostanze esterne »(Vesc. Ignazio Brjancaninov, Regola)

La festa della Esaltazione della Santa Croce (una delle dodici “grandi feste” dell’anno liturgico bizantino) ci ripropone la vera vittoria cristiana, il trionfo di ciò che è vero cioè eterno ed immutabile, ciò che per chiunque, in qualunque condizione si trovi è certezza di salvezza e liberazione nell’immedesimazione col sacrificio di Gesù.

Nel calendario liturgico bizantino sono presenti diverse feste di solennità della Santa Croce; la terza Domenica di quaresima viene detta appunto “Domenica dell’adorazione della croce”: da questa domenica per tutta la settimana che segue la croce è offerta all’adorazione dei fedeli come conforto per i fedeli che compiono il digiuno quaresimale.

Anche il primo agosto, in ricordo del “trasporto della venerabile legno della Santa Croce” che avveniva a Costantinopoli dal palazzo imperiale alla Chiesa di Santa Sofia. Inoltre, durante tutto l’anno , il mercoledì e il venerdì sono giorni in cui si fa memoria della croce, col canto di tropari, stichirà e canoni dedicati alla memoria del sacrificio di Gesù. Ma certamente il 14 Settembre è da ritenersi la più solenne delle feste della Croce.

Esaltazione della Santa Croce

Un tratto caratteristico delle origini della spiritualità orientale in merito a queste feste è costituito dalla tonalità di trionfo, di vittoria che le caratterizza e che viene espressa nei vari inni e anche nell’iconografia tradizionale: Cristo in Croce è un trionfatore, spesso coronato di una corona imperiale anziché di spine, e con i piedi quasi appoggiati su un piccolo sostegno…la croce appare così come un piedestallo, salutata con espressioni di trionfo e fierezza.

La festa dell’Esaltazione della Santa croce…era nata come la festa dell’impero cristiano, nata sotto il segno della croce il giorno in cui l’imperatore Costantino la vide in visione e udì le parole “in hoc signo vinces”…

…ma venerare la Crioce, innalzarla, cantare la sua vittoria significa prima di tutto che la fede cristiana è la fede nel Crocifisso, che la croce è il segno di una sconfitta che, accettata come sconfitta, diventa preludio di vittoria e trionfo…il mistero del cristianesimo e il pegno della sua vittoria sono nella lieta certezza che in Gesù, ripudiato e condannato, rifulge nel mondo l’amore divino, si rivela un Regno su cui il mondo non ha nessun potere. Ciascuno di noi è invitato ad accogliere questa verità con tutto il cuore, con tutto l’amore, con tutta la speranza, altrimenti non senso nessuna vittoria esteriore, nessuna “civiltà cristiana”….viceversa, quale che sia l’oscurità in cui è avvolto l’uomo, per quanto il male trionfi nel mondo, il cuore sa, il cuore ode le parole “abbiate coraggio: Io ho vinto il mondo”; il cuore sa, il cuore ode e vive unicamente di questa segreta vittoria, sempre vittoriosa.

(A. Schemann, “i passi della fede”, Ed. “La casa di Matriona” – per acquistare il libro clicca qui)

“Salve, Croce vivifica, Trofeo invincibile della pietà, porta del paradiso, fondamento dei fedeli, bastione della chiesa! Da Te la corruzione fu abolita ed annientata, il potere della morte calpestato e noi siano stati esaltati dalla terra al cielo; arma invincibile, avversario dei demoni, gloria dei martiri, autentico ornamento dei giusti, porto di salvezza che offre al mondo copiosa misericordia”

“Salve, guida dei ciechi, medico degli infermi, risurrezione dei morti, Tu che sollevi noi, caduti nella corruzione, Croce veneranda! Per la quale è stata abolita la maledizione, è rifioritoal’incorruttibilità, noi figli della terra siamo stati divinizzati ed il diavolo e stato definitivamette rovesciato.
Oggi, vedendoti sollevata in alto dalle rnani dei vescovi, esaltiamo Colui che su di Te fu esaltato e ti adoriamo attingendo copiosamente alla grande misericordia”

(dai Vespri della festa dell’Esaltazione)

Mons.Grancesco Braschi - preghiere dall'Ufficio della festa dell'Esaltazione della Santissima croce

Croce come “stilo per scrivere”

Cristo Dio nostro, che hai accettato la tua crocifissione volontaria in vista della comune risurrezione del genere umano, e con lo stilo della croce hai arrossato di sangue le tue dita per sottoscrivere regalmente, nella tua benevolenza, l’atto del perdono, non trascurarci mentre siamo di nuovo in pericolo di essere separati da Te; ma abbi compassione, o solo longanime, del tuo popolo che è nella sventura: sorgi, combatti quelli che ci fanno guerra, nella tua onnipotenza.

 

Croce come ricapitolazione di tutta la storia della Salvezza

La croce esaltata di colui che in essa è stato elevato, induce tutta la creazione a celebrare l’immacolata passione: poiché, ucciso con essa colui che ci aveva uccisi, Egli ha ridato vita a noi che eravamo morti, ci ha dato bellezza e ci ha resi degni, nella sua compassione, per sua somma bontà, di prendere cittadinanza nei cieli: e noi lieti esaltiamo il suo nome e magnifichiamo la sua suprema condiscendenza.

 

Croce come riunione di ciò che era diviso

Tendendo le mani in alto e mettendo in rotta Amalek, il tiranno, Mosè ha prefigurato te, o croce preziosa, vanto dei credenti, sostegno dei martiri lottatori, decoro degli apostoli, difesa dei giusti, salvezza di tutti i santi: per questo, vedendoti innalzata, la creazione gioisce e fa festa, glorificando il Cristo che per te ha riunito ciò che era diviso, per sua somma bontà.

 

La gioia della Croce

Croce venerabilissima che le schiere angeliche circondano gioiose, oggi, nella tua esaltazione, per divino volere risollevi tutti coloro che per l’inganno di quel frutto, erano stati scacciati ed erano precipitati nella morte: noi dunque, stringendoci a te con la fede del cuore e delle labbra, attingiamo la santità, acclamando: Esaltate Cristo, Dio più che buono, e prostratevi al suo divino sgabello.

 

Croce – Giordano come luogo santificato da Cristo 

Esultino tutti gli alberi del bosco, perché la loro natura è stata santificata da colui che nel principio l’ha piantata, Cristo, disteso sul legno: e per mezzo di questo, che ora viene innalzato, noi lo adoriamo e magnifichiamo.

 

Croce cosmica

O straordinario prodigio! La larghezza e lunghezza della croce sono pari al cielo, perché con la divina grazia essa santifica l’universo. In essa sono vinte le genti barbare; per essa sono saldamente stabiliti gli scettri dei regnanti. O divina scala, per la quale saliamo ai cieli, esaltando con canti il Cristo Signore!

Croce come luogo di misericordia

Veneriamo il legno della tua Croce, o amico degli uomini, perché in esso Tu sei stato inchiodato, vita di tutti. Hai aperto il paradiso, o Salvatore, al ladrone che con fede a Te si rivolgeva; egli fu fatto degno della beatitudine perché così ti confessava: Ricordati di me, Signore. Come lui accogli anche noi che gridiamo: abbiamo tutti peccato, per la tua amorosa compassione non ci disprezzare.

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Natività della Madre di Dio

Natività della Madre di Dio

per ascoltare la lezione di Don Francesco Braschi su Radio Maria clicca qui

“Oggi è l’inizio della salvezza del mondo. Acclamate il Signore, tutta la terra, cantate, esultate e suonate. Elevate la vostra lode, esaltatela, non temete, perché ci è stata generata la Madre di Dio, dalla quale si compiacque d’essere generato l’Agnello di Dio che toglie il peccato dal mondo”
 (San Giovanni Damasceno – Omelia sulla Natività di Maria).

Come detto in un altro capitolo di questa sezione, la Chiesa orientale fissa l’inizio dell’anno liturgico bizantino il primo di settembre, quando anticamente iniziava anche l’anno civile.
La prima “grande festa” delle 12 che vengono solennemente celebrate durante l’anno è collocata proprio nei primi giorni: l’8 settembre festa della “Natività della Madre di Dio”.

Si vede bene quindi come l’anno liturgico bizantino sia caratterizzato dal porre come prima e ultima festa del suo calendario due feste mariane: la Nascita della Madre di Dio l’8 settembre e l’Assunzione al cielo di Maria , quella che l’oriente cristiano chiama “Dormizione”, il 15 di agosto, quasi ad indicare che la presenza costante della Madre di Dio nel cammino di fede che la Chiesa ci invita a compiere ogni anno.

Traduzione: Ti magnifichiamo, santissima Vergine! Onoriamo i Tuoi santi genitori e glorifichiamo la Tua gloriosa nascita.

 

La festa iniziale di questo cammino è un fatto gratuito, di pura grazia, che riguarda tutti: la nascita assolutamente “naturale” di Maria è la stessa nascita di ciascuno di noi; il fatto miracoloso sta nella “concezione” della Madre di Dio, non nella sua nascita. Così pure la festa finale dell’Assunzione (“Dormizione”), indica il destino a cui tutti siamo chiamati: vivere eternamente “anima e corpo” nella comunione piena con il Creatore.

Di queste due feste non si trovano riferimenti nel Vangelo. Non c’è nessun passo nei vangeli che ci parli dell’assunzione di Maria in cielo o della Sua nascita. In oriente la Chiesa, fin dall’inizio, ha dato un risalto notevole ad alcuni testi apocrifi, in particolare il protoevangelo di Giacomo (II sec.) , in cui si tratta ampiamente degli episodi della concezione della Madre di Dio e della Sua nascita; dei suoi genitori, Gioacchino e Anna, della condizione di sterilità della loro unione sponsale e del miracolo della fecondità quando ormai l’età sembrava impedire qualsiasi possibilità.

Un secondo elemento che si può riconoscere come originario della festa è costituito dal fatto che già nel IV sec., grazie alla pietà e devozione popolare della chiesa primitiva di Gerusalemme, era stata edificata una chiesa, dedicata alla natività di Maria (ora chiesa di S.Anna), nel luogo dove si riteneva avessero abitato Gioacchino e Anna, nei pressi della piscina di Bezeta. Presso questa chiesa, anticamente si svolgevano processioni e preghiere in memoria dell’evento.

Questi elementi (testi apocrifi, religiosità popolare, l’edificazione di una chiesa specificatamente dedicata alla memoria della nascita della Madre di Dio) possono essere considerati la base per quella che diventerà una delle feste più importanti dell’anno liturgico. C’erano tutti gli elementi per dar vita a un rituale e a trasformare un culto di religiosità popolare e di fede giudaica in una liturgia cristiana. Ma per la celebrazione liturgica il riferimento alla Sacra Scrittura è fondamentale e ineludibile; per questo, per giungere alla definizione dell’ufficiatura liturgica  completa, sarebbero occorsi secoli di riflessioni di biblisti, innografi e compositori liturgici, soprattutto in ambiente monastico; si trattava  di una vera e propria esplorazione di come la natività della Madre di Dio fosse implicata nel “mistero della salvezza”, che ne portasse alla luce il senso non esplicito, non accontentandosi della pietà popolare, attraverso lo studio e l’elaborazione di elementi dell’Antico Testamento e di approfondimento teologico sapientemente amalgamati tra loro.

Grazie a questo continuo approfondimento, la Chiesa, nel corso dei secoli, è stata condotta a riconoscere nella figura di Maria il capolavoro unico della predilezione di Dio, pensata e voluta per  collaborare in senso stretto all’opera di redenzione. La sua nascita ha una rilevanza universale non per i privilegi di cui ella è rivestita, ma per la sua “vocazione” e il suo “ruolo”: pur verificatasi in modalità del tutto naturali, era stata pensata fin dall’inizio da Dio come componente fondamentale di quella economia della salvezza che ha in Gesù il suo pieno svolgimento.

L’impianto dell’Ufficiatura liturgica con grande sapienza coglie la vocazione e il ruolo della Madre di Dio e della sua nascita in immagini, visioni, e profezie dell’Antico Testamento; cosi, per esempio, nel Vespro troviamo riferimenti al sogno di Giacobbe (Genesi, 28, 10-17), al profeta Ezechiele (43-44) , al libro dei Proverbi (9, 1-11); il mattutino contiene riferimenti al libro dei Numeri (17,23) e al profeta Isaia (6,6).

A conclusione, e sempre a livello esemplificativo, riportiamo di seguito il Tropario e il Kondak della festa, in cui quanto stiamo dicendo viene espresso con grande evidenza in forma poetica.

 

 

La tua nascita, o Madre di Dio,
ha rivelato la gioia a tutta la terra,
perché da te è sorto il sole di giustizia,
Cristo Dio nostro:
egli, ponendo fine alla maledizione,
ci ha dato la benedizione,
e distrutta la morte,
ci ha donato la vita eterna.
(Tropario, 4° tono)

 

Gioacchino e Anna
sono stati liberati dall’obbrobrio della sterilità,
e Adamo ed Eva dalla corruzione della morte, o Immacolata;
nella tua santa natività anche il tuo popolo festeggia,
riscattato dalla pena dovuta alle nostre colpe,
mentre a te acclama:
la sterile partorisce la Madre di Dio, la nutrice della nostra vita.
(Kondak, 4° tono)

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Dormizione

Dormizione

Nella festa della Dormizione (una delle dodici “grandi feste” dell’anno liturgico bizantino) la liturgia ci offre due richiami fondamentali per la nostra vita: la certezza del nostro destino non solo spirituale ma integralmente umano e carnale e la certezza che nella vita cristiana la morte rappresenta un distacco che non è separazione ma presenza.

Questo evento “dormizione”, che nella tradizione occidentale è indicato con il nome di  “assunzione”, rappresenta il culmine dell’esistenza terrena della Madre di Dio: Ella ha patito la morte al pari del Figlio suo. Ma l’istante della dipartita di Maria non appartiene più alla storia di questo mondo; esso appartiene alla storia della salvezza, è l’inizio delle felicità eterna alla destra del Figlio in anima e corpo.
In occidente, attorno alla fine del settimo secolo, il termine “dormizione” venne sostituito con “assunzione”, per indicare come l’assunzione della Madre di Dio (preceduta dalla resurrezione) dovesse essere l’oggetto principale delle festa, e la morte passare in secondo piano.
(Egon Sendler: L’iconografia della Dormizione della Madre di Dio – «L’Altra Europa», 4/1986 (208, per consultare, previo abbonamento, l’intero articolo, clicca qui)

 

da "i passi della fede" di padre Alexandr Schmeman

 

In questa festa…ritornano alla mente le parole di una delle più profonde e splendide preghiere rivolte a Maria. Una preghiera in cui Maria viene chiamata “aurora del giorno senza notte”. Proprio la luce di questa aurora fluisce dalla festa della Dormizione, proprio contemplando questa morte, proprio restando accanto a questo letto funebre, noi comprendiamo che la morte non esiste più, che la morte stessa dell’uomo è diventata un gesto di vita, il suo ingresso in una vita più grande, la vita vivente. Colei che si è interamente  donata a Cristo, che  l’ha amato fino in fondo, viene da Lui accolta a questa porte luminose della morte: ed ecco la morte trasformarsi in un gioioso incontro, ecco trionfare la vita, ecco regnare su ogni altra cosa la gioia e l’amore. Lei – Maria, Vergine, Madre – è una di noi.

(A. Schmemann, “i passi della fede”, Ed. “La casa di Matriona” – per acquistare il libro clicca qui)

Inni della festa

 

“Apostoli, che vi siete radunati qui dai confini della terra, seppellite il mio corpo nel podere dei Getsemani; e Tu, Figlio e Dio mio, accogli il Mio spirito”.
(Exapostiliarion della festa)

“Nel Tuo parto hai conservato la verginità; nella Tua dormizione non hai abbandonato il mondo.
Madre di Dio, che hai raggounto la vita come Madre della fonte della vita, libera, con le Tue sante preghiere le nostre anime dalla morte.”
(Tropario della festa)

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